Casa+famiglia=un tetto, accoglienza ed amore.
Casa famiglia: struttura sociale che ospita bambini e minorenni abbandonati, disagiati, maltrattati e senza famiglia. Appunto.
Ma anche donne vittime di violenza e soprusi casalinghi.
E non ci riferiamo soltanto a bambini e donne che arrivano da altri Paesi, ma anche a donne e bambini che vivono qui, nella nostra città.
Soltanto che a Crotone, da diversi anni ormai, non esiste più una Casa Famiglia.
Cioè un luogo sicuro, assistito e garantito, che possa accogliere, abbracciare e poter offrire a chi nella vita ha conosciuto solo dolore e sofferenza, amore, gioia e calore umano.
Una casa ed una famiglia, appunto.
Una sorta di ristoro per “anime sole”, che solo grazie ad una esistenza normale e rassicurante, potranno trovare un senso ai loro giorni ed alle loro vite, e soprattutto scoprire cosa significa sorridere, amare ed essere amati.
Per dirla tutta, qualche tempo fa, erano due le Case Famiglia a Crotone, una gestita dalla Curia Arcivescovile, e l’altra dalla Provincia di Crotone, con affidamento alla Cooperativa Sociale Agorà Kroton.
Ad un certo punto però, nell’anno del Signore 2012 la Curia, con la presunta scusante dell’abbandono delle suore, ritenne “opportuno” che al posto della Casa Famiglia del Conventello, nel centro storico crotonese, dovesse nascere un centro diurno per minori, mentre intanto la Provincia, nel 2011, non riuscendo molto probabilmente a sostenere più i costi, chiudeva definitivamente l’altra.
Crediamo che ogni bambino che vive una vita che non desidera, che subisce violenze morali o fisiche, che di fatto non ha una famiglia con la quale crescere, debba poter contare su un “salvagente sociale” presente e sicuro, in un mare di grande distacco ed indifferenza, che ogni giorno affoga impietosamente speranze, emozioni e sentimenti.
Crediamo che finte coscienze e lacrime artificiali non debbano più albergare in chi professa amore e misericordia, ed in chi governandoci, spesso dimentica che la famiglia è patrimonio universale, che va difeso e tutelato.
Cosi come i tanti bambini indifesi che piangono in silenzio. E noi non lo sappiamo…