Non ci sarà più nessun Centro di prima Accoglienza per migranti in località Papaniciaro, in piena zona industriale.

Almeno per ora.
O più precisamente, sin quando non verrà fatta piena luce su di una vicenda dai contorni ancora piuttosto intricati e misteriosi.
I migranti, lo ricordiamo, avrebbero dovuto soggiornare nell’attuale fabbricato di Chemitalia, che avrebbe in tal caso dovuto necessariamente cambiare destinazione d’uso, nel bel mezzo di in una zona che, per diversi ed oggettivi fattori legati alla geografia della località, ed all’ubicazione di numerose imprese ed industrie, non possiederebbe i requisiti logistici e di sicurezza per poter ospitare un centro d’accoglienza per migranti.
Ed è infatti per tale motivo che le 25 aziende ed imprese presenti, si sono immediatamente attivate, costituendo un comitato che difendesse i propri diritti, con l’obiettivo di tutelare in tutto e per tutto le proprie attività, chiedendo in questi mesi, dal dicembre 2015 ad oggi, legittimamente ed istituzionalmente, chiarimenti ed incontri che sarebbero dovuti servire a ricevere esaustive risposte in merito.
Che, per dirla tutta, non sono mai arrivate, se non in parte, e sicuramente non esplicative della reale situazione legata alla presunta associazione “fantasma” interessata ai migranti, ed alla realizzazione del centro d’accoglienza.
Tutto ciò, sino a quando, dopo una specifica richiesta di accesso agli atti, protocollata al Comune di Crotone, dal comitato Papaniciaro, finalmente la risposta della dirigente interessata, indirizzata al presidente del Comitato Salvatore Scotto.
Una risposta che, in considerazione del fatto che gli atti in questione sono stati sequestrati dalla Polizia Giudiziaria e Guardia di Finanza lo scorso 17 giugno, lascia presupporre che ci sia un’indagine in corso, e che per il momento, la realizzazione di un centro d’accoglienza per migranti in località industriale, sarebbe scongiurata.