Non sempre cambiamento fa rima con rinnovamento. Soprattutto in politica.
Non è la prima volta, e non sarà l’ultima.
Esordiamo cosi, in modo diretto ed esplicito, perché il tanto auspicato, atteso, decantato e proclamato cambio di rotta e di totale chiusura con il passato, non si è in ancora realizzato.
Se poi per cambiamento si intende una Giunta comunale inedita e nuova di zecca, allora una sostanziale differenza col passato c’è.
Ma non basta. E lo sappiamo tutti.
Soprattutto chi questa amministrazione comunale l’ha pensata, programmata, concepita e poi partorita.
Non a propria immagine e somiglianza, piuttosto invece a proprio “uso e consumo”.
Se si fosse trattato infatti di uno “specchio riflesso”, molto probabilmente non staremmo qui a muovere le prime critiche all’amministrazione Pugliese, ma siccome trattasi di una squadra “giovane”, intraprendente, anche troppo, volenterosa, ma inesperta ed artificiosa, ecco che non possiamo esimerci dal denunciare importanti carenze e lacune, soprattutto figlie dell’assoluta assenza di politica, nel senso più ampio del suo significato.
Ci spieghiamo meglio.
Ben venga il cambiamento, il rinnovamento, persone, idee e progetti nuovi, ma tutto ciò non vuol dire però che poi a governare, deve essere gente che con la politica non ha mai o quasi avuto a che fare.
Si va inevitabilmente incontro ad errori ed “orrori” amministrativi, e peccati di “gioventù” che possono costare cari.
A livello di immagine, affidabilità e credibilità.
E allora i casi sono due: soldatini “d’ordinanza” telecomandati, o più volgarmente “signorsi”, (tranne imprevisti ammutinamenti), oppure un disegno già prestabilito, che avrebbe previsto una prima fase di inevitabile e radicale rinnovamento di facciata, da “restituire” ai cittadini che lo hanno fortemente cercato e voluto, per poi avviare un “necessario” processo di ripoliticizzazione dell’amministrazione Pugliese, per inconfutabili “ragioni di Stato”.
“Era necessario procedere con innesti di gente esperta, che con la politica e con il governo ha una certa dimestichezza.
Che sappia conciliare l’arte di una buona amministrazione con il modus operandi politico. Il giusto ed opportuno mix per migliorare e rendere il Comune, pronto a individuare e recepire risorse e finanziamenti, che servano a rilanciare economicamente la nostra città. Perché non possiamo più permetterci di sbagliare, e soprattutto perché i cittadini aspettano e meritano delle risposte immediate e concrete”.
Sembrano dichiarazioni reali vero?
Ci pare già di sentirle…
Pippe mentali o scenari politici già scritti e possibili?
Per l’uno o l’altro caso comunque, occorre una mano sopraffina…