Forse in tanti si riconosceranno in queste parole, forse pochi, forse nessuno.
Ma tanto è.

E crediamo invece che di “santi”, fra virgolette e con la s minuscola, che si insinuano nelle nostre vite visibili ma invisibili, assenti ma presenti, silenziosi ma rumorosi, accomodanti ma distruttivi, gentili ma arroganti, che danno ma si prendono tutto, sorridenti ma calcolatori, ce ne sono tanti quanto basta a gestire, condizionare, indirizzare e decidere, il destino di molti e la fortuna di pochi.

E volete sapere perché vincono sempre o quasi? 

Perché più ci indeboliscono, e più diventano forti. Meno cresce la città, e con essa economia, cultura e benessere, e sempre maggiore sarà la inesorabile e pietosa coda dei “bisognosi”.

Di chi chiede perché non sa, perché non ha..

E semmai dovesse capitare che ti concedono qualcosa, quel qualcosa equivarra ad una “cambiale” che non scadrà mai…

Da “I nuovi santi” di Renato Zero.

“I nuovi santi, puri e trasparenti, per il fisco e gli agenti, benestanti solo un po’, ménage pesanti e scomodi parenti, pretenziosi clienti, sono i santi del no/stop, anche nel bagno finiranno un impegno.

Poveri cristi senza eternità, senz’ ali per volare, il vento cambia, quale immunità vi salverà..

Santi che muoiono di epidemia, se il gradimento scende, per un guasto, un innesco, un flash d’agenzia, amen amen amen… 

Il santo mio non percepisce onorario, s’è fatto un nome onesto sul calendario, e s’arrabatta giorno e notte a bottega, chi lo frega..

Il santo mio lui non è ammanicato, un santo in cielo non ce l’ha mai avuto, un giorno all’anno se ne va in processione, poi domani si richiude il portone, ma continua ad amare, il miracolo è qui! 

Salvami tu, tu che sei un vecchio santo, salvami tu dai nuovi santi del mondo, trafficanti, santi nuovi o presunti…

Irremovibili santi, santi sporchi e violenti…”