Per un attimo, fra un impegno scolastico e l’altro, e ora che ha un po’più di tempo per se e per i suoi studenti, considerate le “personali” dismissioni dalla Commissione consiliare della quale era il presidente, il consigliere comunale dei Demokratici Franco Pesce si dedica e si concentra con più facilità e attenzione al suo progetto turistico-culturale che ovviamente riguarda Crotone.
La città di Pitagora.
E lo fa con grande slancio e passione, come se assessore comunale lo fosse già, e convinto che il rilancio di Crotone, non può prescindere da Pitagora.
Tant’è che da diverso tempo, ha presentato in Commissione il suo di progetto:
“Kroton, an open air museum” – concorso di idee di opere e sculture artistiche che rappresentano la città di Pitagora e il mare, per la creazione di un percorso turistico culturale al fine di delineare un significativo processo di identità”.
Iter burocratico permettendo, il professor Pesce, che nutre immutata stima e rispetto verso i suoi colleghi di maggioranza, dovrebbe presto ricevere notizie in merito.
Nel frattempo però, sono altre, condivisibili o meno, le iniziative turistiche e culturali messe in campo dagli assessorati di competenza.
Se son rose “culturali”, fioriranno, diversamente invece, saranno “spine”, alle quali del resto siamo purtroppo abituati.
“Ci hanno lasciato in eredità un disastro culturale – sottolinea Pesce – e non è mai esistito e non esiste ancora un Piano B che riguarda il rilancio della città attraverso il turismo e Pitagora.
La gente ha sete di cultura, e non basta solo il mare per guadagnare posizioni in ambito nazionale.
La Giunta comunale si sta impegnando, ma per uscire da questo lungo empasse, devono necessariamente arrivare i risultati.
Per rendere meglio l’idea, mi rifaccio sempre ad una famosa e significativa frase di Pitagora: “prendi il meglio di ogni cosa e la fai tua”.
Ciò vuol dire che bisogna fare, creare circoli culturali, eventi e anche sculture che restituiscano una identità a Crotone.
Non certo come quella esposta in piazza Pitagora…o come quella di Milone, praticamente sacrificata e fuori luogo.
Abbiamo dalla nostra la storia e la cultura, ora dobbiamo però lavorare per ritrovare una identità”.