Domanda che sembra scontata, ma non lo è…Come sta sindaco? Intendiamo prima di tutto moralmente …
“Ho vissuto sicuramente momenti migliori, certamente questo è un brutto periodo, sommato agli altri eventi che hanno interessato me, la mia famiglia e la mia amministrazione”.
Perché un sindaco come lei, insieme ad una miriade di problemi da affrontare e risolvere a Isola Capo Rizzuto, si trova a dover combattere anche la “guerra” dai nemici invisibili, contro la quale spesso ci si ritrova soli?
“Perché la cittadinanza si è espressa col voto democratico e non possiamo tirarci indietro nel mandato affidato. Purtroppo non a tutti piace come si amministra , ciò che si fa, quanto si mette in atto ogni giorno, e le tante difficoltà che una amministrazione vive quotidianamente. La guerra fatta da quei nemici invisibili è rappresentata da quel gruppo di persone che non vogliono un miglioramento delle condizioni generali del territorio, quella zona che da sempre decide di non essere ne bianca ne nera , bensì grigia! Fatta di persone che “sguazzano” in meccanismi ben oleati è strutturati che vanno avanti da anni, che non gradiscono interferenze alcune. Purtroppo quando si decide e quando si subisce si è sempre soli! In questo noi chiediamo a gran voce sicurezza sul territorio”.
La verità… ha mai pensato, ma chi me lo fa fare?
“Certo , ogni attimo. La mia famiglia ed i miei amici mi danno la forza di continuare perché non mi lasciano solo. Però il prezzo crescente di quanto mi sta accadendo fa riflettere nel suo complesso. Mi spiace però per i nostri figli ai quali non sappiamo cosa lasceremo, in quanto ormai manca il senso del rispetto quel ” timore ” della rappresentatività istituzionale e non. Ognuno si sente di poter essere sindaco, consigliere, dottore, amministratore… Sono saltati gli schemi , tutto è relativo; oggi fare l’amministratore ai nostri livelli significa essere definiti “pazzi”. Bisogna invece a mio avviso riprendere un percorso che riporti il tutto nelle regole, sopratutto con la presenza forte dello Stato attraverso i suoi apparati”.
Come se ne esce, semmai un giorno la mafia verrà sconfitta?
“Ci vuole un cambiamento culturale generale, bisogna abbandonare l’indole della distruzione e del vedere tutto negativo. Questo territorio non ha nulla da invidiare ad altri posti nel mondo, va cambiata la “costumanza” di un atteggiamento prepotente che non serve a costruire ma a distruggere. Lo Stato oggi ancor di più deve fare la sua parte, o le persone attive sui territori cercheranno nuove e migliori occasioni più consone al loro stile di vita”.
Ha paura?
“Si ho paura”.