Lo faremo convintamente, per rivendicare il diritto alla mobilità come diritto garantito dalla Costituzione. Ma, al tempo stesso, per rispetto della verità e dei cittadini, non ci sfugge lo stato comatoso, gravoso e annoso problema della mobilità nella sua globalità.
La Regione Calabria deve al più presto riscrivere il piano regionale di trasporti, affinché armonizzi il sistema e che guardi con la necessaria attenzione alle urgenze del territorio crotonese, affrontando le criticità, dalla statale 106, alle ferrovie alla viabilità tra i territori ed anche al trasporto su gomma a misura delle necessità dei cittadini e non solo degli interessi privatistici.
Guardando le incredibili potenzialità portuali ed aeroportuali che questo territorio presenta, per la sua strategica posizione geografica centrale nel mediterraneo, e per le peculiarità naturali paesaggistici e turistici.
Altresì, dobbiamo rimarcare una dura critica verso tutti, indistintamente, i responsabili del grave disagio per la carenza infrastrutturale, vissuta ogni giorno dai calabresi tutti;
Il lavoro, la disoccupazione, la salute e le tante sofferenze di ogni giorno del territorio calabrese anche in termini luttuosi e di grandi disagi sono quasi il carattere della nostra presenza in questa terra, ormai da decenni.
Non ci interessano le passerelle politiche, né tanto meno siamo disposti a bendarci gli occhi in ragione di una incomprensibile confusione tra chi manifesta per un diritto e chi quel diritto avrebbe il dovere di garantire e rappresentare.
In questa manifestazione noi partecipiamo senza la lente di ingrandimento che ci fa vedere solo l’aeroporto come unica soluzione, ma con la consapevolezza che bisogna inquadrare e strutturare tutta la mobilità regionale e nazionale per renderci cittadini uguali, nella nostra Costituzione.
È manifesta infatti la gravissima crisi di rappresentanza del crotonese, non in termini numerici e di forze in gioco ma nei termini di impegno, programmazione e persino coerenza.
Logiche clientelari, mafiosità diffusa, mediocri spartizioni e schiavitù politiche hanno finito per mortificare un’area ricca di risorse e di potenzialità e privare ogni singolo cittadino dei suoi primari diritti. A questo e alla mancata individuazione e magari assunzione delle responsabilità è il caso di porre definitivamente fine.
Vogliamo esercitare il diritto di cittadinanza, esserci come persone che esprimono con dignità e fermezza la necessità di contare, ed avere pari cittadinanza italiana, la vera politica siamo noi con le nostre sofferenze strutturali.
I politici hanno il dovere di leggere queste criticità. Fornendoci le risposte che il territorio aspetta da troppo tempo.
Su questo invitiamo da parte nostra la cittadinanza a mostrarsi sempre attenta e partecipe della politica con la convinzione che solo recuperando sovranità si possa iniziare a ‘volare’ Davvero.
Possibile, Sinistra Italiana.