Non lo si può negare, né nascondere.

A Roma l’hanno trattato come fosse un Re e, in occasione dell’anniversario della sua prematura scomparsa, il 2 giugno scorso, lo hanno ricordato con una splendida e magica serata musicale sotto le stelle, alla quale hanno partecipato molti artisti celebri, ma soprattutto migliaia di persone, di tutte le età, e di tutti i ceti sociali.

Tutti insieme a cantare le sue canzoni.

Proprio come sarebbe piaciuto a lui.

E Crotone invece, la “sua” Crotone, cosa ha fatto per Rino Gaetano, uno dei suoi migliori figli?

Niente. Assolutamente niente.

La statua di Rino è rimasta come quasi sempre accade, “sola”, e la piazzetta a lui dedicata, riempita solo da un sacchetto di immondizia…

Di una tristezza infinita.

Eppure quando c’è da gonfiare il petto, o ricordare e vantarci della sua crotonesita, siamo sempre tutti pronti, “arcieri e fieri”…

Mentre intanto, questo dice purtroppo la realtà, per il trentasettesimo anniversario della sua morte, il niente ed il silenzio più assoluti.

“Neanche un fiore, un omaggio, una parola, per ricordare mio fratello – ci dice con un pizzico di amarezza Anna, la sorella di Rino – quando si è trattato di organizzare eventi a scopo di lucro invece, sono stati tutti buoni e capaci, pur sapendo, alcuni signori,  che non avrebbero potuto intraprendere nessuna iniziativa senza il consenso della famiglia di Rino.

Perché Rino una famiglia ed una casa, ce le ha sempre avute.

Eppure Rino è nato a Crotone – ricorda Anna Gaetano – era crotonese, amava la sua terra e la sua gente, ha dato e continua a dare lustro alla sua città attraverso le sue canzoni, e dispiace quindi dire che Roma, la sua città d’adozione, che lo ha accolto quando aveva solo 9 anni, e dove è cresciuto professionalmente, lo ha onorato degnamente, mentre Crotone e l’amministrazione comunale, nell’occasione più importante e significativa, lo ha letteralmente ignorato.

Questa è la verità, e non mi spiego il perché di tale atteggiamento che reputo superficiale, distaccato ed egoistico”.

Eppure, con il dovuto rispetto e le giuste proporzioni, a Crotone Pitagora, lo infilano sempre ed in ogni dove. Anche quando, magari, non si dovrebbe.

E in tanti, dimenticano troppo facilmente che Pitagora è nato a Samo, e dunque, non era crotonese.

E che ad un certo punto del suo soggiorno, lasciando comunque un segno storico-culturale indelebile, da Crotone è scappato via…

“Se Pitagora potesse parlare – conclude ironicamente Anna Gaetano – ne sapremmo di cose…

Rino ha lasciato Crotone quando aveva solo 9 anni, per motivi di lavoro insieme alla sua famiglia. 

E se fosse stato ancora in vita, nella sua Crotone ci sarebbe sicuramente tornato”.