Partiamo da un dato ufficiale ed inconfutabile, da qualche anno ormai una triste realtà: Crotone è la provincia più povera d’Italia, e ultima per quanto riguarda la qualità della vita. La maggior parte degli indicatori sociali infatti, sono molto chiari ed inequivocabili: la nostra città soffre purtroppo di evidenti e molto pesanti carenze e disservizi, che investono un po’ tutti i settori, e che penalizzano di conseguenza qualità e stile di vita dei cittadini.
Una brutta e mortificante situazione che, inevitabilmente, si mescola poi ad una condizione socio economica sempre più approssimativa e preoccupante. Tantissime infatti le famiglie che sono costrette a vivere nel più totale disagio, derivato dalla atavica crisi occupazionale, ulteriormente accentuata da una perdurante e molto penalizzante situazione pandemica. Una città purtroppo approssimativa sotto tutti i punti di vista, economico, strutturale e sociale.
Una città che ormai gonfia il petto solo per il suo glorioso passato (bastasse questo), che vive un presente anonimo ed incerto, e che per ora non può dire di avere una seria e concreta prospettiva di futuro. Non esiste quasi più il ceto medio, e di conseguenza aumentano le famiglie che vivono di stenti e grandi difficoltà. Sono aumentati i poveri insomma, visibili ed invisibili, cosi come sono però sempre di più i ricchi, le persone molto agiate. Almeno sulla carta.
Tant’è che a Crotone le auto di grossa cilindrata e le fuoriserie non si contano più. Roba da ricchi. Si perché se i soldi non ce li hai, non ti puoi certo permettere Porche, Maserati, Lamborghini, Mercedes, BMW, Suv di tutti i tipi, e addirittura Ferrari.
Possibile mai che Crotone sia improvvisamente diventata una città “ricca” e prosperosa, e non lo sappiamo ancora? Può essere mai che da un paio di anni a questa parte, le auto di lusso siano aumentate cosi a dismisura? Evidentemente qualcosa ci sfugge.
Di certo non il buon uomo che ha acquistato una 500 a rate, e ne va fiero.
Tutto ciò, inevitabilmente, va poi a scontrarsi con una realtà che dice e racconta tutt’altro: giovani senza lavoro, reddito di cittadinanza, pensioni di anzianità che ancora oggi campano molte famiglie, piccole e grandi attività che chiudono, ed un tessuto socio economico sempre più povero e deprimente.
Da “Il Marchese del Grillo”: “perché io so io, e voi nun siete un c…”

