Riceviamo e pubblichiamo

Un approccio integrato e organico per contrastare ogni forma di violenza di genere. Questo il tema discusso il 22 settembre nel corso dell’ultimo degli incontri organizzati dal Circolo PD di Crotone per far conoscere il programma elettorale, ma anche i risultati del lavoro svolto dal Partito Democratico nel corso della legislatura in scadenza.

“È vero, la destra si presenta con una donna leader, ma dov’erano Giorgia Meloni e la destra mentre il PD, in questi anni complicati e difficili in cui le donne hanno pagato il prezzo più alto anche della pandemia, ha ottenuto l’approvazione della legge sulla parità salariale, la parità di genere come obiettivo del Pnrr, la clausola per l’occupazione femminile, l’assegno unico per i figli,
i finanziamenti per i servizi educativi 0-3 anni e le scuole dell’infanzia, l’entrata a regime del congedo di paternità e il potenziamento dei congedi parentali” così la segretaria cittadina Annagiulia Caiazza, invitando a votare PD il prossimo 25 settembre.
“Ora la Meloni liquida la democrazia paritaria e le norme di riequilibrio della rappresentanza come concessioni, parla di diritti delle donne senza fare però nessuna proposta e strumentalizza il tema della violenza sulle donne come materia di proponganda elettorale. Del resto le destre hanno come modello l’Ungheria di Orban. Per il PD, invece, stare dalla parte delle donne significa proporre la piena applicazione della legge 194, un piano per l’occupazione femminile, congedi paritari, perché vogliamo poter scegliere di essere madri senza rinunciare al lavoro” continua Caiazza.

Presenti all’incontro, coordinato da Nuccia Bastone del direttivo cittadino PD, anche Carolina Girasole, candidata al Senato, Rossella Napolano, Segretaria con delega alla parità di genere CGIL Area Vasta, Amalia Talarico Segretaria FP CGIL Area Vasta, Mariagrazia Muri Presidente Associazione Astarte Catanzaro.

Sul tema della violenza di genere, la Talarico ha ricordato “In Italia ogni due giorni una donna viene uccisa per mano di fidanzati, mariti o conviventi. Non basta solo una risposta giudiziaria o intervenire con una mentalità sintomatica, limitata ai singoli casi. Occorre invece intervenire con un organizzazione sociale in cui tutti i servizi territoriali (servizi sociali, dipartimenti di salute mentale, di pronto soccorso, pediatri di base, consultori, servizi materni e infantili, scuola, procura) cooperino assieme per organizzare interventi che agiscano globalmente sul fenomeno, partendo dalla prevenzione delle situazioni di rischio, alla tutela e sostegno delle donne e dei loro familiari vittime di violenza”.