Riceviamo e pubblichiamo


Come ho sempre fatto, anche in questa occasione, più che importante e delicata, e che meriterebbe di essere affrontata e risolta una volta per tutte, in quanto addetta ai lavori, direttamente interessata e coinvolta, affermo con prove e cognizione di causa, che a Crotone purtroppo i Servizi Sociali non funzionano, c’è ancora tanto da fare.
Anzi addirittura li definirei “servizi asociali”, per quanto è evidente ed abissale il distacco con la vita reale, col mondo fuori dal palazzo comunale, con la gente che soffre situazioni e condizioni impossibili, e che molto spesso invece di essere aiutata a rialzarsi, a ricostruire la propria vita, viene paradossalmente affossata e rigettata nella fossa dei leoni.
Proprio in una fase così delicata e difficile, proprio quando si avverte un disagio enorme, proprio quando un assessorato essenziale come quello delle politiche sociali in una realtà come Crotone dovrebbe fornire risposte chiare ed efficaci, ci rendiamo conto di quanto le azioni intraprese siano inconsistenti e non si tengano in considerazione le associazioni che lavorano nel territorio.
Sottolineo che ci sono donne disperate che dopo essersi rivolte ai Servizi Sociali, arrivano da noi distrutte, disilluse, piegate e profondamente sole. Perché non soltanto non hanno visti riconosciuti i loro sacrosanti diritti di esseri umani e di donne, ma sono state anche costrette a subire una ulteriore violenza psicologica e morale.
L’ennesima ed ingiusta punizione di una vita che ha riservato loro solo dolori, soprusi ed ingiustizie.
Anche quella più terribile: vedersi strappare dalle braccia i propri figli.
Le donne crotonesi hanno paura, vivono sulla loro pelle una “violenza” istituzionale inverosimile ed assurda e vengono abbandonate ad una solitudine che si trasforma in una implacabile “esecuzione” sociale. Altro che servizi. Donne che condannano donne, madri che condannano madri e che calpestano i loro diritti.
A questo punto siamo arrivati. Un disdicevole ed amaro punto di non ritorno.
Sebbene Libere Donne abbia deciso di fornire un contributo attivo all’interno degli organismi di rappresentanza del terzo settore con l’idea che la condivisione ed il lavoro in rete possano portare a risultati positivi, questo non significa ignorare le richieste di aiuto e rinunciare a svolgere la propria missione, in piena autonomia ed indipendenza, in modo libero da ogni condizionamento, anche denunciando con forza tutto quello che nella nostra realtà non funziona, specialmente quando si tratta di diritti che dovrebbero essere tutelati in primis dalle istituzioni.
Anche il terzo settore non sta svolgendo più il proprio ruolo ed anche se deve collaborare con la pubblica amministrazione, nessuno può pensare di utilizzarlo come braccio operativo di politiche decise altrove, senza nessun rispetto della sua autonomia e della sua funzione sociale. L’Assessore alle Politiche Sociali non sta fornendo risposte adeguate, non sta attivando le necessarie sinergie con le associazioni per rispondere ai bisogni sociali è necessaria una decisa ed immediata inversione di rotta oppure considerare seriamente di rimettere il mandato istituzionale.
Caterina Villirillo
Presidente Libere Donne Crotone