26-02-2023 26-03-2023
Hamid ha 24 anni. Pardon, ne aveva 24. Li avrebbe compiuti proprio due giorni dopo quel maledetto 26 febbraio, magari a terra, lontano da guerre, ingiustizie, abusi ed orrori. Sicuramente insieme alla sua famiglia, che lo stava aspettando, ma che purtroppo lo rivedrà si, ma soltanto per identificare il suo corpo inerme, dapprima inghiottito, e poi restituito da un mare che talvolta sa essere spietato ed inesorabile. Proprio come chi, su quel barcone stracarico di speranze e di morte, ce lo ha spinto inevitabilmente. Non ci sono alternative per chi “sceglie” di partire: parti perché è meglio rischiare di attraversare il mare e morire con la speranza di iniziare a vivere, piuttosto che “vivere” con un crudele destino appiccicato sulla pelle. Hamid ci ha provato, sino al suo ultimissimo respiro, ma non ce l’ha fatta. E oggi, ad un mese esatto dalla tragedia di Steccato di Cutro, ha trovato “finalmente” pace nel cimitero di Crotone. È stato inumato a terra con rito musulmano a spese del Comune di Crotone e, molto probabilmente non tutti ne sono a conoscenza, Hamid, cittadino afghano e del mondo, è l’unica vittima del naufragio rimasto qui. Una sorta di reale “monumento” alla memoria. Ma è trascorso soltanto un mese, riflettori e microfoni sono spenti, i taccuini sono chiusi, come gli occhi e le coscienze di chi, evidentemente, ha già dimenticato. Dove sono tutti?
P.S. Continua a salire intanto il numero delle vittime, che ad oggi con il ritrovamento del corpo di un uomo di circa 30 anni, sono 91.



